[appunti "delcibo"_2012]

Questo progetto nasce dal desiderio di concentrarsi sul “gesto di mangiare con le mani”.

SE SI COMPRENDE LA FISICITA’ DEL CIBO NON SI PUO’ AVERNE PAURA.
(...il cibo può essere riflesso delle nostre paure e creare disordini alimentari)

Con quest’azione vorrei ricreare nella memoria dei partecipanti quel tassello che spesso perdiamo prestandoci ad anni di galateo.

MANGIARE CREA LEGAMI.

Primo step progettato per una situazione di "tesi".

un tavolo
due contenitore per bevande
sei sedie

sei persone(?)
                                      

CIBO NERO
primo bozzetto
“[...] Citare questo momenti storici nella pratica artistica non equivale a dire che sia tuttora in gioco la stessa dinamica tra arte d’avanguardia e fotografia. Piuttosto si vuole suggerire che l’ambiguità con cui la fotografia si è collocata all’interno dell’arte, allo stesso tempo documentazione di un gesto artistico e opera d’arte, è l’eredità che alcuni professionisti contemporanei hanno usato ingegnosamente. La mescolanza che l’artista francese Sophie Calle fa della strategia artistica con la vita quotidiana è una delle realizzazioni più convincenti della fotografia in chiave concettuale.


[…] Le opere d’arte di Sopie Calle fondono la realtà e la finzione, l’esibizione e il voyeurismo, la performance e il ruolo dello spettatore. L’artista crea scenari che la consumano, rasentano l’essere fuori controllo ,non inaspettate. L’importanza di un copione per l’arte di Sophie Calle fu messa in evidenza quando collaborò con lo scrittore Paul Auster. Nel romanzo  “Leviatano” (’92) Auster creò un personaggio , Maria ,che era basata su Sophie Calle . La Calle intrecciò il personaggio romanzesco con quello artistico correggendo i passaggi del libro che facevano riferimento a Maria. Chiese inoltre a Paul Auster di inventare per lei delle attività , mentre lei intraprendeva le attività che Auster aveva inventato per Maria nel romanzo. Fra  queste c’era una dieta cromatica della durata di una settimana che consisteva nel mangiare cibo di un unico colore a cui aggiunse nell’ultimo giorno una variazione, invitando a cena degli ospiti che scegliessero uno dei pasti della dieta.
[…]”

C. Cotton
“La fotografia come arte contemporanea”
Piccola Biblioteca Einaudi Mappe
Arte. Architettura. Teatro. Cinema. Musica
(2011)
I cromatismi dei colori influiscono molto sulla percezione del gusto di un cibo.

Infatti le aziende che producono cibo, specialmente quello in scatola, arrivano a colorare/ravvivare il colore di qualsiasi alimento perché questo aumenta la loro vendita.

IL NERO E’ UN COLORE CHE NON SI ASSOCIA A QUALCOSA DA MANGIARE.



“Io chiedo di più per tutto quello che è nero: uva nera, olive nere, ribes nero.

La gente in genere ama ricordarsi della morte. Mangiare pietanze nere è come consumare la morte. E’ come dire: morte ti sto mangiando. Il tartufo nero è la cosa più cara insieme al caviale;morte e nascita, la fine e il principio”

Peter Greenaway

“Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante”
VITA   MORTE   CIBO
LIVE   DEATH   FOOD

Cioccolata e ferite
gioia e peccato
gioia senza peccato
dolcezza nauseabonda

 “Evisceration of waited moments”
Storie di cadaveri senza passato
Rappresentazione (generica della morte)




Il cibo nero a livello percettivo mi aiuta a isolare il gesto della mano annullando i singoli alimenti e facendolo diventare una massa di cibo, senza dover modificarli o tingerli.

Mangiare insieme.
Mangiare tutti nello stesso piatto, bere dallo stesso oggetto in un gesto di estrema condivisione.
Senso di appartenenza
Non avere schifo.